Carlos Macias De Lara

La Mia Testimonianza

La dove è abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia (Rm 5,20).


Per sei anni della mia gioventù, ho vissuto nell'inganno perché pensavo che le droghe e l’alcool producessero felicità; e più partecipavo al loro gioco fraudolento, più affondavo nelle sabbie mobili del peccato. Ho lottato disperatamente per liberarmi con le mie forze e capacità, ma più mi sforzavo di liberarmi dalle catene, più esse mi schiavizzavano…

 

…tutto cominciò come un divertimento ed era invece l’inizio di un lungo incubo. I miei genitori mi vedevano camminare verso la morte e cercavano tutti i mezzi possibili per farmi capire che avevo preso la strada sbagliata, ma io non li ascoltavo...

 

Mia sorella Clara, fu lo strumento che Dio utilizzò per la mia conversione. Lei aveva già avuto il suo incontro personale con Cristo Risorto e lavorava a tempo pieno nella scuola di Evangelizzazione Sant'Andrea, di Guadalajara, Messico. Nel mese di Novembre del 1991 predicava un ritiro nella città di Panama. In una delle pause, si diresse al Santissimo, e mentre pregava, senti una voce interiore che le diceva: «in aprile porta Carlos ai corsi in Brasile». Mia sorella era perplessa e non credeva a ciò che sentiva. Per di più, tutto sembrava contraddittorio: non aveva nemmeno il denaro sufficiente per pagare il biglietto, si domandava infatti: «come posso portare Carlos con me, se non ho denaro per pagare il viaggio?». Sembrava tutta un’illusione mentale, e per questa ragione non diede più importanza alla sua mozione interiore. Alla fine del ritiro il responsabile della comunità le diede un'offerta in una busta chiusa; Clara, senza aprirla, ritornò alla città di Guadalajara. Una volta a casa, apre la busta e, con stupore, vede che era denaro sufficiente a pagare il biglietto per il Brasile…

 

Il 24 Dicembre di quello stesso anno, mia sorella mi diede il suo regalo di Natale. Era una piccola scatola impacchettata; quando la aprii vi trovai un piccolo messaggio che diceva: «Buono per un viaggio in Brasile». In questo modo Dio, che ha in pugno le redini della storia, preparava l’incontro tra il Pastore e la pecora smarrita. Nell’aprile dell’anno seguente andammo insieme nella città di Franca, Brasile, dove mia sorella doveva dare un ritiro per giovani. Intanto io pensavo solo a quanto mi sarei divertito nel paese straniero. Quando arrivammo a Franca, mia sorella ed i suoi amici mi forzarono ad andare al corso. Mia sorella era convinta che in quel seminario Dio avrebbe agito meravigliosamente ed avrebbe trasformato la mia vita. Ma in quel corso non accadde niente, ed al termine, mia sorella ritornò in Messico, mentre io rimasi nella città, pensando a come sfruttare le mie vacanze…

 

…le persone che mi ospitavano erano i responsabili dei corsi. Essi mi invitarono ad un campeggio giovanile. Feci resistenza, negai e rifiutai tutti gli inviti, ma la loro insistenza non cessò e, senza sapere come, mi trovai a partecipare all’incontro dei giovani. I primi tre giorni ero molto irritato; partecipavo solo alle dinamiche per prenderli in giro. Ma, il terzo giorno, nella notte, durante la celebrazione Eucaristica, quando il sacerdote alzò il pane per la consacrazione, incominciai a piangere e non potevo smettere di farlo. Dopo la consacrazione, il sacerdote cominciò a fare una preghiera che io non capivo, perché parlava in portoghese. La preghiera durò più di un’ora, e durante tutto questo tempo, non potevo smettere di piangere. Piansi fino alla fine della messa…

 

Quella notte, Dio, Buon Pastore, vivo e presente nella Ostia Santa, cominciò a dare il vero senso alla mia vita. In quel momento cominciò a rompere le catene interiori che mi impedivano di essere libero. Gesù vivo, cominciò a sanare tutte le ferite del mio passato e della mia storia; e per questa ragione non potevo smettere di piangere. Non potevo smettere di piangere perché stavo sperimentando l’amore misericordioso del Dio invisibile, nella mia vita. Quel giorno, 22 aprile 1992, fu il giorno della mia nascita a nuova vita. Quel giorno, Gesù, Buon Pastore, che non ha mai smesso di cercare la pecora smarrita, mi raggiunse e cominciò a liberarmi…

 

…certo l’opera che Dio cominciò a fare nella mia vita, ancora non si è conclusa. Il 22 aprile, segnò solo l’inizio di una nuova vita, che richiede restaurazione permanente e continua. Sono trascorsi quatordici anni di cammino e durante tutto questo periodo ho lavorato a tempo pieno nella evangelizzazione, assistendo a conversioni che sembravano impossibili. Se Dio ha agito nelle loro vite, come anche nella mia, può fare lo stesso in te, nei tuoi figli, nel tuo matrimonio e nelle persone che ti sono vicine. Dio rende possibile l’impossibile, perché per Dio tutto è possibile.

 

Nulla è impossibile a Dio (Lc 1,37).

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